Il 30 maggio a Roma si è tenuta la premiazione al progetto “Lavoro Anch’io” per sconfiggere le disabilità. Dopo aver vinto il primo premio a livello provinciale per il concorso “Storie di alternanza” di 700 euro, gli studenti Juri, Sofia e Valentina si sono aggiudicati la menzione speciale.
La disabilità e il progetto: migliorare l’esperienza scolastica dello studente con disabilità
Gianfranco Noferi, responsabile dell’area palinsesti e piani di Rai scuola della direzione Rai cultura ha affermato: “ il progetto ha dimostrato come sia possibile migliorare l’esperienza scolastica dello studente con disabilità. L’apprendimento scolastico unito a esperienze in un ambiente lavorativo protetto può favorire il processo d’interazione sociale. Il progetto ha messo in luce l’importanza di offrire le stesse opportunità a tutti gli studenti a prescindere dalle loro abilità”.
A rappresentare e a parlare per l’istituto ci ha pensato Giorgia Tilesi, assistente alla comunicazione impegnata nel progetto di alternanza scuola- lavoro.
“Questo premio per noi è segno di grande orgoglio. Abbiamo raggiunto un obiettivo che non era solo quello di portare i nostri ragazzi fuori dalla scuola e all’interno del mondo lavorativo, ma far conoscere le loro immense capacità a un mondo che non sempre è pronto a tanto amore”.
Molto forte l’emozione provata da tutti i presenti in sala, ammirati dall’impegno costante dell’Istituto Omnicomprensivo di Orte verso la piena inclusione.
Lavoro Anch’io: la disabilità si può sconfiggere
L.A.I., che sta per Lavoro anch’io, è una cooperativa sociale, che si occupa dell’integrazione lavorativa di persone diversamente abili. Le attività svolte sono rivolte a persone disabili con lo scopo di aumentare il grado di autonomia personale della persona. Si sviluppano comportamenti socialmente competenti, primo fra tutti l’acquisizione di un lavoro. Tutto ciò rende possibile: trovare un’identità sociale e dividere i tempi della giornata secondo i ritmi della vita attiva.
Quali benefici si ottengono?
- Sostegno e integrazione familiare.
- Sviluppo di un soddisfacente adattamento emozionale.
- Miglior comunicazione con la rete sociale del territorio.
- Aumento delle possibilità d’integrazione sociale e lavorativa.
Non dimentichiamoci che
“La vera disabilità è quella dell’anima che non comprende… Quella dell’occhio che non vede i sentimenti… Quella dell’orecchio che non sente le richieste d’aiuto… Solitamente, il vero disabile è chi, additando gli altri, ignora di esserlo”.