Qualche ricordo dentro Orte: come un diario che ciascuno di noi porta sempre con sé.
Un ricordo è un frammento della nostra vita, qualcosa di vissuto che ci è rimasto impresso nella mente. In particolare i ricordi possono essere prepotenti, infatti occupano la mente senza rendersene conto. C’è chi passeggiando tra i vicoli del paese si ricorda della propria infanzia, delle vecchie amicizie, della prima cotta, delle cadute facendo sport, provando delle sensazioni uniche.
Da anni gli scienziati studiano una pillola per cancellare i ricordi. Infatti un simile farmaco sarebbe capace, cancellando soprattutto i brutti ricordi, di aiutare a vivere meglio. In realtà non tutti sono d’accordo. Per esempio che cosa succederebbe se questa pillola fosse assunta da chiunque?
Un viaggio tra i ricordi
In tutta onestà possiamo dire che i ricordi sono l’unica cosa che ci tiene legati a un luogo o quantomeno ci spinge a tornarci, perché racchiude una molteplicità di significati che vanno ben oltre l’idea di luogo fisico. Di seguito vi proponiamo un viaggio tra i ricordi di Orte, attraverso la poesia di Vincenzo Cherubini (Qualche ricordo dentro Orte).
“Quarche ricordo là ppe’ dendro Orte”
I’ zzupplì co’ i’ rregajji i’ ggiorno de zzanti Martiri.
I’ rregazzini co’ i’ gginocchi mercati che strìllono dendro a vvicoli.
‘N òmmino lèrcio che torna a ccasa doppo i’ llavoro
co’ la capoccia bassa.
Ill’ ardarino co’ i’ mmoccolòtto sembre acceso.
Li strufoli che galléggiono su’ ccarnevale.
I’ llusco e brusco co’ la dorgezza che spènnicono
pijjannose pe’ mano.
‘Na regazzina che da du’ anni è cascata pe’ le scale e,
uscenno de casa, arza la capoccia, volènnolse sendì ‘na signorina,
‘ ncoccianno co’ l’ ingomìncio de la vita.
Le nostargie de vvecchi che, ‘ncamminànnose verzo la bbettola,
spànnono ill’ affanni sull’ abbonnanzia de’ i’ ccampà.
‘M po’ de bbardasciacci che tìrono co’ la mazzafionna a le palommelle.
‘M po’ de regazzini che se fanno fa la fotografia davanti a ‘m portone
co’ i’ dditi su le fròce de nnaso, senza capì gnènde.
L’ùrdimi cantastorie che se fèrmono da i’ vvicolo,
speranno de fa du’ sòrdi.
I’rraggi de zzole, che se spànnono su le nostargie sverzate da i’ ttembo.
I’ ccanto de’ i’ rrusignolo spennicato su l’estate, che lascia svampà
Ill’amore su i’zzilenzi de la sera.
Incontrare un territorio nello sguardo di chi l’ha costruito e lo abita, e sentirsi proprio come a casa.
Orte
Orte è come una forma del desiderio che dorme nei nostri pensieri. In particolare si accende al suono di una parola, al balenare di un gesto. Luoghi, memorie e sapori. Si parla delle storie di un paese rannicchiate tra le pieghe del tempo ma prontissime a saltar fuori appena ti siedi al bar della piazza. Voci che risuonano tra i vicoli, rimbalzando lungo le mura. Per non parlare delle nonne che profumano di buono e in particolare della saggezza del dialetto, da assaporare intorno alla tavola.