In piazza il giorno di Santo Egidio
L’Ottava di Sant’Egidio e’ ormai nel vivo e per l’occasione abbiamo deciso di dedicarvi una poesia che descrive il giorno tanto atteso dagli Ortani “Su ppe’ ppiazza i’ggiorno de Santo Ggiddio” di Vincenzo Cherubini.
In piazza il giorno di Sant’Egidio: qualche curiosità
La scalinata della cattedrale di Santa Maria, conosciuta come le “scale di piazza”, si riempie, in particolare nel periodo estivo, di cittadini che, seduti sugli scalini, socializzano. A dire la verità durante le feste patronali è occupata da molta gente che vuole assistere agli spettacoli che si svolgono in piazza.
La poesia
Le scale de Santa Maria piene zeppe come ‘n ovo de gende a sedè.
La bettola roperta de Barberano co’ l’anguillaro da parte
che mette l’anguille dendro a la carta ojjata, facènnole scolà,
e ppoi te fa ‘n cartoccio.
La gende vestita pe’ la festa.
I’ Ccombarello che endra e esce da i’ bbarre de prèscia pe’ servì.
Lèlle che venne i’ ggelati dendro a i’ bbarre.
Panòcco che guarda i’ ffratelli che lavòrono.
Du’ regazzini che dimànnano a Bonèllo se gira la terra, eppoi scòppono.
Semplicio che dirigge la banda.
Picchiottino e Sarvatore che vorrebbero sapè quanno mòre Semplicio
che fine fa la banda.
Tizzio che venne i’ ppalloni.
I’nnocchiaro sotto a i’ bbarcone de ccomune
che vènne le fusajje e le mosciarèlle,
I’ Bbarone che se riposa.
Guasi tutti che ‘spèttono la tombola
che doppo cena vònno vède’ ill’ arte varia
e i’ppallone de Pompici.
Parecchi fijji che giòcono co’ le pallette co’ ill’ elastico
e quarcuno de essi è vestito pe’ ‘nnà ‘m procissione
co’ i’bbasco da fiamma.
Du’ commari che pàrlono fitte fitte de sor Uticchia
e de uno che è morto de torcibbudèlla.
Tre fèmmine che pàrlono dell’occhiadiccio, de le stròlighe e
de lupopanaro e ppoi se fanno i’nnome de i’Ppatre.
Traduzione
Le scale di Santa Maria piene zeppe come un uovo di gente seduta.
La bettola di “Barberano” (soprannome di Serafino D’Alberto) con le anguille da parte
che mette le anguille dentro la carta piena d’olio, facendole scolare,
e poi ti fa un cartoccio.
La gente vestita per la festa.
Il cameriere che entra e esce dal bar di fretta per servire.
Lelle (Emanuele Filesi) che vende i gelati dentro il bar.
“Panòcco” (Ludovico Salomoni) che guarda i fratelli che lavorano.
Due ragazzi che domandano a “Bonèllo” se gira la terra, e poi scappono.
Simplicio Farfalla che dirige la banda.
“Picchiottino” (Silvano Gottardi) e Salvatore che vorrebbe sapere quando muore Semplicio
che fine fa la banda.
“Tizzio”(Eutizio Cherubini) che vende i palloni.
Il “nnocchiaro” sotto il balcone del comune
che vende le “fusajje” e le mozzarelle .
Il Barone (Fernando Petrucci) che si riposa.
Quasi tutti che aspettano la tombola
che dopo cena vogliono vedere l’arte varia.
e il pallone del “Pompici”.
Parecchi figli che giocano con le pallette con l’elastico
e qualcuno di loro è vestito per una processione.
Due comari che parlano fitto fitto di suor Eutichia
e di uno che è morto.
Tre donne che parlano dell’”occhiadiccio”, delle “stròlighe” e del “lupopanaro” e poi fanno il nome del “Ppatre”.