A chi non piacciono i TRAMONTI? Parliamo di quelli pieni di luce, che s’introducono da qualche angolo nascosto del cielo, che ci ricordano che siamo VIVI. Il tramonto è sempre emozionante. Di lui affascina quel bagliore finale che illumina un paesaggio nel momento in cui il sole tende a scomparire. Fa male sostenere la sua luce tesa, che svanisce come svaniscono i sogni quando scopriamo di sognare. È considerato uno di quegli spettacoli naturali che attraggono l’essere umano. Nonostante il fatto che questo fenomeno si compie ogni giorno, il calar del sole è oggettivamente molto bello grazie ai suoi colori e alle sfumature che posa intorno a noi.
Ci sono mille modi per dire tramonto
“Non usate sempre le stesse lettere.
La A è stanca di squillare.
La O è stufa di stare sempre alla fine.
La T è troppo martellante.
Ci sono tante lettere dopo la Z. Scavatele, usatele.
Metteteci anche del silenzio.
Un po’ di brividi, qualche sogno, dei frammenti di cielo.
Chiudete gli occhi e ripetete la parola tramonto.
Vedrete che sarà diversa”.
Se si osserva un paesaggio ortano, vedrete come il tramonto si diffonde fra le nuvole, separate in tutto il cielo. I riflessi di ogni colore riempiono le varietà dell’aria. Sui tetti gli ultimi raggi del sole assumono forme di colore molto particolari. In tutto il paese si avverte una grande pace e di là del colore e del rumore, si respira, si avverte una profonda quiete. È un momento nel quale una venatura di malinconia sovrasta il cuore, un attimo in cui la natura trasmette messaggi emozionali al nostro io. Che sia lungo la valle del Tevere, nella campagna circostante o all’interno del centro storico, ognuno può ritrovare, nell’istantanea tavolozza di colori, riferimenti e ricordi personali.
“Il tramonto piace perché sa accendere le notti più buie”.
